Enrica Perucchietti – Blog

Giornalista e scrittrice. Ciò che le TV e i media non ti dicono

In questi giorni, presso il quartiere generale delle Nazioni Unite a Ginevra, si tiene la settantacinquesima Assemblea mondiale della Sanità, alla presenza dei delegati delle 196 nazioni appartenenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Costoro sono chiamati a votare degli emendamenti alle International Health Regulations (IHR) risalenti al 2005. L’obiettivo è quello di sottoscrivere un trattato pandemico internazionale in modo da creare una risposta centralizzata e internazionale alle emergenze sanitarie che detti la via in modo univoco per tutti (leggi articolo). In questo modo si cederebbe la sovranità nazionale in ambito sanitario all’OMS.

Casualmente, in proprio in questi giorni, si è anche presentata la nuova “minaccia globale” che, oltre a tenere alto il clima di terrorismo mediatico che era crollato con il conflitto russo-ucraino, pare poter legittimare la cessione della sovranità relativa alla salute dei cittadini a un organismo sovranazionale. Si tratta, ovviamente del monkeypox virus, il vaiolo delle scimmie.

A spianare la strada all’ennesimo virus era intervenuto pochi giorni fa Bill Gates che, in vista dell’uscita del suo libro How To Prevent the Next Pandemic, in un’intervista al Financial Times, ha messo in guardia l’opinione pubblica sul rischio di una nuova variante “più trasmissibile e più mortale” della Covid-19 ma anche sull’arrivo di nuove future pandemie.

Secondo Gates, per evitare la prossima pandemia servono più investimenti e la creazione di una squadra di epidemiologi ed esperti per prevenire e identificare rapidamente le minacce alla salute globale e migliorare la cooperazione fra i Paesi.

Il vaticinio da corvo di Gates riecheggiava ancora nelle menti disorientate dei cittadini di mezzo mondo, che ecco palesarsi i primi casi di monkeypox.

Questo, però, è solo l’antipasto. A Gates è toccato questo volta spianare il terreno. Terrorizzare un po’ l’opinione pubblica (e promuovere il suo libro), per riportare all’ovile coloro che pensavano di essersi lasciati alle spalle l’incubo del coronavirus.

Come già accaduto in passato, ci troviamo di fronte all’ennesima profezia che, curiosamente, si “autoavvera”. Perché, sia ben chiaro, i complottisti non siamo noi (nel senso che non siamo noi a ordire i complotti, semmai ci limitiamo a pensare “male”), e accertiamo la curiosa sincronicità.

Torniamo alle profezie che si autoavverano.

Ci sono dei pensatoi (i cosiddetti think tank) che si occupano di stilare dei documenti programmatici in cui “immaginano” il futuro (come il celebre Memorandum Rockefeller di cui parlavo in Governo Globale) oppure di simulare catastrofi o pandemie che poi si realizzano casualmente da lì a poco.

Insomma, leggendo con malizia, a posteriori, questi documenti, sembra di trovarsi dinanzi a delle sceneggiature in piena regola. Ma noi non siamo maliziosi, e pensiamo solo che Gates e i suoi colleghi filantrocapitalisti siano dotati di una sensibilità estrema nell’immaginare il futuro.

Ricorderete che qualcosa di simile è avvenuto nell’ottobre del 2019 con la pandemia da Covid-19: una simulazione particolare che ricorda i cosiddetti “war games” di cui ho ampiamente trattato in False Flag. Con l’espressione “war games” si intende lo schema di concomitanza tra simulazioni antiterroristiche e attacchi terroristici (veri). La scena del crimine “reale”, ossia degli attacchi terroristici, finisce per ricalcare simulazioni in corso degli apparati di sicurezza, generando panico e confusione tra ciò che è appunto vero, reale e ciò che è invece virtuale, simulato (l’esercitazione).

A New York il 18 ottobre 2019 viene eseguita una simulazione di pandemia del massimo livello, il cui nome in codice è “Event 201 Pandemic Exercise” e di cui esiste persino un dettagliato sito internet. Proprio sul sito possiamo leggere che tra gli organizzatori figurano il Johns Hopkins Center for Health Security, in collaborazione con il World Economic Forum (riunito in questi giorni a Davos) e la onnipresente Fondazione Bill & Melissa Gates. Lo scopo è gestire e ridurre le conseguenze economiche e sociali su larga scala di un’eventuale epidemia da coronavirus che potrebbe causare “65 milioni” di vittime”.

Lo stesso giorno in cui avviene l’esercitazione a New York, circa 300 atleti miliari americani sbarcano a Wuhan insieme ad altri atleti delle forze armate di 140 nazioni per partecipare al Military World Games. Sappiamo bene cosa è accaduto nei mesi successivi.

Passiamo ora a un’altra “simulazione”. Che supera di gran lungo le “previsioni” inquietanti ma ancora vaghe di Gates (leggi articolo).

Il 17 marzo 2021, quindi oltre un anno fa, la Nuclear Threat Initiative (NTI) e la Munich Security Conference, in consultazione con 19 esperti tecnici e politici, hanno simulato in maniera virtuale una esercitazione, immaginando un attacco localizzato di armi biologiche che genera una pandemia globale mortale per la prima volta nella nazione immaginaria di Brinia. Il virus utilizzato è quello geneticamente modificato del vaiolo delle scimmie e la data di inizio dell’attacco bioterroristico è il 15 maggio 2022 (come potete osservare dallo screenshot di p. 11 del documento):

In 18 mesi, lo scenario si evolve in una pandemia catastrofica a livello globale, con il 40% della popolazione mondiale infetta e oltre un quarto di miliardo di persone morte: più di tre miliardi di casi e 270 milioni di vittime in tutto il mondo.

Il report, Strengthening Global Systems to Prevent and Respond to High-Consequence Biological Threats: Results from the 2021 Tabletop Exercise Conducted in Partnership with the Munich Security Conference, è curato da Jaime M. Yassif, Ph.D., Kevin P. O’Prey, Ph.D., Christopher R. Isaac, M.Sc.

Sul sito leggiamo che «L’impatto del COVID-19 ha fornito uno sfondo urgente per questo esercizio, poiché la pandemia in corso ha evidenziato debolezze nell’architettura internazionale per prevenire, rilevare e rispondere alle minacce pandemiche. Questa è una preoccupazione urgente perché le future pandemie potrebbero eguagliare o superare l’impatto devastante del COVID-19 sulle vite perse e sulle economie distrutte. Ancora più preoccupante è che ci sono lacune critiche nella supervisione della biotecnologia che creano opportunità per un uso improprio accidentale o deliberato con conseguenze globali potenzialmente catastrofiche. Ciò è stato illustrato nello scenario dell’esercitazione: un attacco localizzato di armi biologiche con un virus del vaiolo delle scimmie geneticamente modificato inizia nel paese immaginario di Brinia. In 18 mesi, lo scenario si evolve in una pandemia catastrofica a livello globale, con il 40% della popolazione mondiale infetta e oltre un quarto di miliardo di persone morte».

Lo scenario dell’esercizio fittizio si è sviluppato gradualmente attraverso una serie di brevi video a cui i partecipanti hanno reagito durante una discussione. Sono emersi temi chiave in merito alla necessità di rafforzare i sistemi internazionali di valutazione del rischio pandemico e di allerta precoce; stabilire chiari fattori scatenanti per una risposta preventiva a livello nazionale e un’azione precoce aggressiva per rallentare la trasmissione delle malattie e salvare vite umane; ridurre i rischi della biotecnologia e rafforzare il controllo della ricerca nel campo delle scienze della vita; e promuovere nuovi e più forti meccanismi internazionali di finanziamento della preparazione alla sicurezza sanitaria.

Nuclear Threat Initiative (NTI) è una onlus americana fondata nel 2001 dall’ex senatore democratico Sam Nunn e dal filantrocapitalista Ted Turner. Lo scopo è quello di prevenire attacchi e incidenti catastrofici condotti con armi di distruzione di massa e armi di disturbo – di tipo nucleare, biologico, radiologico, chimico – nonché le minacce alla sicurezza informatica. Nel board siedono oltre a Nunn e a Turner, Des Browne (Membro della Camera dei Lord britannica), Joan Rohlfing e il fisico e politico statunitense, già Segretario dell’Energia nell’amministrazione Obama dal 2013 al 2017, Ernest J. Moniz.

Nel gennaio 2018, NTI ha annunciato di aver ricevuto una sovvenzione di sei milioni di dollari dall’Open Philanthropy Project – i cui maggiori finanziatori sono Cari Tuna e Dustin Moskovitz, cofondatore di Facebook, entrambi “ispirati” dal bioeticista Peter Singer (che giustifica l’aborto anche dopo i tre mesi, l’infanticidio per motivi eugenetici, la morte volontaria, la sperimentazione sui cerebrolesi, ecc.) – destinata al finanziamento delle attività di mitigazione del minacce “biologiche globali che sono aumentate via via che il mondo si è fatto più interconnesso”. La NTI ha ricevuto un ulteriore supporto di 250.000 dalla Fondazione Bill & Melinda Gates per sviluppare un Indicatore di sicurezza sanitaria globale (Global Health Security Index), atto a valutare l’efficienza e l’efficacia dei programmi e delle politiche di un Paese in tema di sicurezza sanitaria.

Lo zampino di Bill non poteva, ovviamente mancare…