Il totalitarismo del buoni sentimenti ha i suoi cani da guardia pronti a riportare all’ovile chiunque dissenta od osi manifestare pubblicamente dei dubbi.
Si vuole neutralizzare la coscienza critica, censurare qualunque forma di dissidenza e introdurre lo psicoreato. Per chi sgarra la prima sanzione è l’avvertimento sul web tramite le armate di haters e cyberbullisti. Si passa poi all’esclusione dal dibattito (altrimenti l’imputato potrebbe spiegare le proprie motivazioni e irretire altre deboli menti), infine alla punizione.
Chi dissente va censurato, deve arrivare a vergognarsi non solo di quello che ha detto ma di quello che ha “osato” pensare. Potrà pertanto essere riaccettato nella comunità solo a patto di umiliarsi e chiedere pubblicamente perdono. Altrimenti verrà escluso dalla comunità, “vaporizzato”.
Il politicamente corretto è divenuta una vera e propria ideologia che riscrive la lingua, indica una morale a cui sottostare e riprogramma le menti e i comportamenti delle masse per renderci docili sudditi di una dittatura dolce.