Enrica Perucchietti – Blog

Giornalista e scrittrice. Ciò che le TV e i media non ti dicono

“Contiamo di realizzare questi dispositivi entro un anno. In pratica, si effettua un foro nel cranio, che lascia solo una piccola cicatrice, e si inserisce il dispositivo. Questa tecnologia potrebbe evolversi in una sorta di interfaccia cerebrale completa, che consentirebbe la ‘simbiosi’ tra uomo e AI. Non abbiamo ancora iniziato ad effettuare i test sugli umani, ma non credo che aspetteremo molto. Potremmo essere in grado di impiantare un collegamento neurale in una persona in meno di un anno”.

 

Così l’imprenditore visionario Elon Musk, già CEO di Tesla e SpaceX, è tornato a parlare della sua start up Neuralink[1], fondata nel luglio 2016[2] , e della tecnologia per ibridare l’uomo con le macchine, durante un’intervista fatta con il commentatore Joe Rogan.

L’interfaccia uomo-computer è il punto di svolta della ricerca che il magnate americano ha avviato nel 2016.

I piani per la neurostimolazione cerebrale e il potenziamento umano tramite i chip sono realtà. Si tratta di progetti che potrebbero ibridare l’uomo con le macchine e addirittura in futuro renderlo un “sovraumano”, come torna a spiegare lo stesso Musk:

 

“Il chip potrebbe modificare anche il modo in cui avvengono le relazioni tra esseri umani. Una simbiosi con l’AI è auspicabile, dato che dobbiamo imparare a stare al passo con la tecnologia. Siamo già un pò “cyborg”, in fondo, quando perdiamo il telefono ci sentiamo come se avessimo perso un arto”.

 

Elon Musk.

L’obiettivo di Neuralink è all’avanguardia: impiantare elettrodi nel cervello umano per migliorare la capacità di memoria dell’uomo o per consentirgli un’interazione più diretta con la macchina.

Attraverso piccoli elettrodi nel cervello sarebbe quindi possibile caricare e scaricare pensieri e informazioni:

 

“In poco piu’ di 25 anni potremmo riuscire a creare un’intera interfaccia cerebrale, in modo che tutti i neuroni di una persona siano collegati a un’estensione. E’ un pò come quando lasciamo tracce di noi stessi nei nostri computer e nei nostri smartphone, solo che in questo caso sarebbe una porzione più abbondante delle nostre identità ad essere nel cloud”.

 

Questa iniziativa nasce, come spiego in Cyberuomo (Arianna Editrice), dalla volontà di Musk di arginare il pericolo dell’Intelligenza Artificiale, definita dall’imprenditore visionario come «la più grande minaccia alla nostra esistenza». A parlarne per primo è stato il 27 marzo 2017 il «Wall Street Journal»[3].

Ossessionato dall’idea di una possibile “apocalisse robot”, Musk punta sul potenziamento umano, l’unico modo, a suo dire, per prevenire e respingere i rischi della IA e dall’altra a garantire una forma di immortalità digitale:

 

«Se il te stesso biologico muore, puoi caricarlo in una nuova unità. Letteralmente»[4].

 

L’idea di Musk è che se non si può sconfiggere la IA, ci si può fondere con essa.

Il chip verrà impiantato grazie a un foro di 8 mm nel cranio e collegato al cervello con fili più sottili di un capello umano, che possono essere “iniettati” con un ago di 24 micron per rilevare l’attività dei neuroni. L’impianto avverrà, sotto la guida di un neurochirurgo, per mano di un robot programmato per ridurre al minimo il margine di rischio per la salute e le funzionalità cerebrali.

Per spiegare questa visione estrema, ospite del “Joe Rogan Experience”, Musk ha spiegato che gli smartphone ci hanno già trasformato in una sorta di cyborg, ma il collegamento tra il nostro cervello e tale tecnologia è ancora troppo lento:

 

«Il tuo smartphone è già una tua estensione. Molte persone non si rendono conto di essere già dei cyborg. Ma la condivisione dei dati è lenta, molto lenta. È come un sottile flusso di informazioni tra la versione biologica e quella digitale di te stesso. Dobbiamo trasformare quel piccolo flusso in un enorme fiume»[5].

 

La nuova tecnologia messa a disposizione da Neuralink ha l’ambizioso obiettivo di combinare perfettamente gli esseri umani con i computer, permettendo «di possedere, chiunque lo voglia, una conoscenza sovrumana[6]», di fatto rendendoci dei “sovraumani”.

Dopo una fiammata di interesse iniziale a livello globale, il progetto era scivolato nel dimenticatoio (non se ne parla nemmeno nella biografia Elon Musk curata da Ahslee Vance) fino alla presentazione alla scorsa estate in cui si era tornato a parlarne.

La startup è convinta di ottenere a breve i permessi della FDA (Food and Drug Administration) per avviare la sperimentazione clinica sui primi pazienti affetti da paralisi (persone paraplegiche o amputate). In seguito la mission sarà quella di creare un’interfaccia cervello-macchina per rendere l’uomo così straordinariamente simile a cyborg.

 

Note:

[1] https://www.neuralink.com/

[2] https://motherboard.vice.com/en_us/article/newz48/elon-musk-says-ai-research-neuralink-and-the-boring-company-are-just-hobbies

[3] https://www.wsj.com/articles/elon-musk-launches-neuralink-to-connect-brains-with-computers-1490642652

[4] https://tech.everyeye.it/notizie/elon-musk-annuncera-dispositivo-neuralink-capace-collegare-cervello-computer-343803.html

[5] https://www.mondofox.it/2018/09/17/elon-musk-prodotto-neuralink-superumani/

[6] https://tech.everyeye.it/notizie/elon-musk-annuncera-dispositivo-neuralink-capace-collegare-cervello-computer-343803.html

 

Ascolta il podcast:

 

Per approfondimenti:

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: