Enrica Perucchietti – Blog

Giornalista e scrittrice. Ciò che le TV e i media non ti dicono

La ricchezza globale, in crescita tra giugno 2018 e giugno 2019, resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.

Nel mondo 2.153 miliardari detenevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale. Il patrimonio delle 22 persone più facoltose era superiore alla ricchezza di tutte le donne africane.

E’ quanto emerge dal report Time to care – Avere cura di noi, che Oxfam ha pubblicato alla vigilia del meeting annuale del World Economic Forum di Davos, evidenziando un fenomeno di  elevate e crescenti disuguaglianze, economiche e sociali.

La fotografia è quella di un mondo dove la ricchezza è cresciuta ma è sempre concentrata al vertice della piramide distributiva e dove la disuguaglianza è rappresentata da un’élite di Paperoni che detiene una ricchezza superiore al patrimonio del 60% della popolazione globale.

Nulla di nuovo, purtroppo. Già il “Billionaires Report” 2017[1], il rapporto annuale della banca privata UBS e della società di consulenze finanziarie PcW, stimava che nel mondo esistevano 1542 miliardari, la cui ricchezza vale il doppio del Pil del Regno Unito[2]

 

Anche in Italia sempre più disuguaglianze

In Italia, spiega il report, la quota dei più ricchi è cresciuta in 20 anni del 7,6% a fronte di una riduzione del 36,6% di quella della metà più povera degli italiani. Allo stesso tempo, la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani supera quanto detenuto dal 70% più povero, sotto il profilo patrimoniale. Per quanto riguarda il lavoro, nel nostro Paese la quota del reddito da lavoro del 10% dei lavoratori con retribuzioni più elevate (pari a quasi il 30% del reddito da lavoro totale) supera complessivamente quella della metà dei lavoratori italiani con retribuzioni più basse.

 

Verso una tecnocrazia

Ben vengano le critiche che si stanno consumando in queste ore, ma dal report di Oxfam emerge uno spaccato sconvolgente che dovrebbe far riflettere e far correre ai ripari: sempre più ricchi e sempre più poveri.

Oggi l’uomo è entrato, grazie alle nuove tecnologie, in una nuova era, dove pochi uomini da soli possono stravolgere totalmente la vita sul nostro pianeta. In un mondo in cui una élite possiede oltre la maggioranza della ricchezza globale, la forbice della diseguaglianza continua ad allargarsi: la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi è sempre più accentuata.

Stiamo andando verso un futuro distopico, verso una tecnocrazia (leggi l’articolo di Marco Staffiero) che vede convergere i soldi nelle tasche di pochi super-ricchi, delineando una diseguaglianza di cui non si possono prevedere risvolti e possibili reazioni “avverse”. I vari scandali che si sono susseguiti negli ultimi anni, dai Panama Papers ai Paradise Papers lo confermano.

Non è esagerato affermare che si sta realizzando, sotto il nostro stesso naso, il sogno delle élite mondialiste: dividere la società in due livelli, da una parte il potere economico detenuto da una ristretta cerchia tecno-finanziaria di super ricchi, dall’altra la “massa” indistinta di individui sempre più poveri, soli, senza legami, diritti e senza radici, facili quindi da sfruttare e controllare per il governo globale che si sta costruendo.

L’impatto strutturale della tecnologia che non solo “mangia” lavoro ma accentua la divaricazione nella ridistribuzione dei redditi è talmente evidente che sono stati gli stessi guru della Internet economy ad avanzare interventi, da Bill Gates a Elon Musk, in particolare arrivando a proporre un reddito di cittadinanza/sussistenza erogato dalla Stato a quei lavoratori che saranno lasciati indietro dalla rivoluzione tecnologica.

Si profila cioè un futuro incerto di cui non si possono prevedere risvolti e possibili reazioni “avverse”: possibili rivolte che non possiamo prevedere, ossia si rischia di passare dalle proteste più o meno accese a forme di neoluddismo.

 

Note

[1] http://www.repubblica.it/economia/2017/10/29/news/rapporto_ubs_miliardari-179494000/

[2] https://www.interessenazionale.net/blog/due-mondi-di-ricchi-e-poveri-approdo-programmato

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